Torino: commemorazione caduti di Nassiriya

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Il 2 novembre presso Piazza d’Armi a  Torino ci sarà la commemorazione ai caduti di Nassiriya. Un eccidio che continua ad echeggiare nelle nostre menti, un ricordo per comunicare che il 12 novembre 2003 alle ore 8.40 ora italiana, 12 carabinieri, 5 militari dell’esercito italiano, e 2 civili hanno perso la vita a causa di un attentato. Impegnati nella missione peace keeping a seguito della seconda guerra del Golfo, per portare sostegno ad una popolazione devastata e dare un aiuto alla ricostruzione. Le nostre forze armate impegnate sempre in prima linea a sostegno delle azioni umanitarie dimostrano la loro umanità e professionalità. con la morte di questi 19 soldati italiani e 9 iracheni non si può  e non si deve dimenticare un gesto così codardo. Loro non erano lì per combattere nessuna guerra ma per ricostruire la pace a fianco del popolo iracheno.

Una cerimonia che vuole ricordare il sacrificio dei nostri soldati e sottolineare l’impegno e il rischio che tutti i giorni corrono anche in missione di pace. Quando accade l’attentato di Nassiriya Osvaldo Moi ci racconta che era già a Sarajevo e, considerando il periodo piuttosto difficile che si viveva,  aveva posto negli studi Striscia la Notizia, alle spalle dei conduttori, un tapiro con i colori della pace. Erano trascorsi 5 mesi dall’esporre quel tapiro quando gli Americani hanno invaso l’Iraq dal Kuwait. “Mi sentii profondamente coinvolto in quell’attentato, sia come militare ma anche perché da poco avevo perso mio fratello, mia sorella e mio padre, pensavo ai loro familiari che avrebbero appreso questa notizia e al loro stato d’animo. Quando si parte in missione tutti noi abbiamo fatto ai nostri cari la stessa promessa di ritornare presto, questi 19 soldati non l’hanno potuta mantenere” ci racconta Osvaldo.

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“Fu così che iniziai a scolpire per dare il mio contributo personale attraverso una scultura: ho pensato il difficile dolore dei parenti e mi sono sentito chiamato in causa per dare una testimonianza concreta di ciò che sentivo. Fu davvero un impresa difficile portarla in Italia: partii e arrivai fino a Spalato in Italia dove mi imbarcai fino ad Ancona. Da lì la caricai su due macchine per raggiungere Torino. Nel frattempo inviai 4000 mail ad enti ed istituzioni ai quali comunicavo la mia disponibilità a donare quest’opera in ricordo dei caduti di Nassiriya. Nel frattempo scrissi alla consulta filatelica per creare un francobollo. Ricevetti risposta da Novara e nel 27 novembre 2014 fu esposta l’opera. Nel frattempo il sindaco Chiamparino di Torino mi aveva convocato per darmi disponibilità solo se avessi trovato un terreno dove posizionarla, adiacente il suolo comunale ed accessibile alla popolazione. Grazie al Generale Cravarezza e al Generale Novelli, ebbi a disposizione uno spazio del terreno militare di Piazza d’Armi adiacente il suolo comunale e il 6 gennaio 2016 fu inaugurato. Il terzo monumento fu invece sistemato a Pienenza (TO) il 18 aprile 2019”.

 

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L’opera, una scultura in legno di rovere dei Balcani, un materiale duro e semplice dove Moi ha dato vita ai 19 soldati, l’uno accanto all’altro uniti per la missione in cui credevano.  Non hanno occhi, ne’ bocca né mani, loro ora guardano dal cielo i loro cari e da lì continuano a proteggerli. Le loro mani erano lo strumento per aiutare a ricostruire la pace, la loro era la presenza di chi voleva affiancare un popolo per la rinascita. Ricordare vuol dire anche onorare perché hanno sacrificato la loro vita in nome di ciò in cui credevano. Una scultura che dà presenza concreta di questi soldati, come fossero proprio lì a guardarti a testimoniare l’impegno delle forze dell’ordine italiane.  Se l’osservi con attenzione sembrano animarsi e tornare a vivere, ogni familiare può ritrovare il suo caro in una delle figure scolpite. Un impatto visivo forte, concreto, deciso che evidenzia anche il dolore al quale Osvaldo si è associato come militare e come italiano. Un dolore che comunica il desiderio di far sì che il sacrificio dei nostri 19 soldati sia sempre ricordato e rappresenti per ogni generazione l’alto valore che porta con sé.

 

Moi cita l’attimo su una targa in bronzo alla base del monumento “UNITI E SMARRITI, ANIME STRAPPATE ALLA TERRA IN PARTENZA VERSO IL CIELO”.

 

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