OSVALDO MOI. UN UOMO, UN ARTISTA LIBERO

Osvaldo Moi, scultore dallo stile originale che definisce il dettaglio in forme sinuose per rendere l’opera una creazione d’amore. La sua carriera, seppur inizia come sottufficiale e pilota di elicotteri dell’esercito italiano nel 1980, lascia spazio per dedicarsi durante il tempo libero alla scultura: oggi è per lui la migliore chiave di lettura della realtà. Il critico d’arte, Vittorio Sgarbi, ha detto che fortunatamente l’ha trovato, un giudizio positivo che sottolinea la sua geniale ironia, la ricerca di una dimensione artistica che possa essere espressione di un dialogo che segue il valore dell’uomo e il rapporto con il mondo circostante. Osvaldo Moi, attraverso le sue opere, scrive un linguaggio riconoscibile affinché la scultura incanti chi la ammira per interrogarsi sul senso profondo che la lega alla realtà che racconta. Walter Veltroni ha conosciuto Osvaldo Moi, e definisce le sue opere “un movimento di linee tondeggianti, di richiami anatomici e geometrici, di un gioioso creare al quale, a mio avviso, proprio come nei giochi infantili non è estranea la voce di una certa allegria”. Massimo Ghini lo identifica come “pazzo” sottolineando che “Quella follia, che se solo fosse minimamente interpretata, salverebbe il mondo che tanti “sani” contribuiscono a distruggere”. Un uomo, un artista libero dove ogni elemento rappresentato trascina con sé la sua storia che attraverso la raffigurazione vuole raccontarla a un pubblico ampio, che possa cogliere quanta vita scorre dietro uno dei suoi tanti piccoli capolavori. Per Moi, l’arte non deve essere solo contemplata, ma vissuta perché l’emozione che sprigiona diventi un prezioso ricordo da conservare per sé.

Rosaria Di Prata
18 maggio 2012

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