Quando si dice che le donne siano forza, creatività e coraggio si dice il vero infatti, se vi racconto la storia di Simona, vi accorgerete che possono essere anche molto di più. La sua è una storia che intreccia intraprendenza, dolore, malattia ma con il desiderio costante di non smettere mai di credere nella vita. Il cancro è oggi definito il male del secolo, per molti c’è ancora tanto da sapere, per altri si è sulla via sconfiggerlo ma quello che resta un dato di fatto è l’aumento esponenziale della sua presenza. Soffermiamo l’attenzione sul cancro al seno: ogni anno milioni di donne combattono la loro battaglia, una battaglia che richiede un coraggio doppio perché perdi la tua salute mentre perdi anche la tua femminilità. Non per tutte il percorso è uguale, ma solitamente dopo l’intervento, inizia il piano terapeutico e qui inizia anche un silente calvario che si affianca alla malattia. La perdita dei capelli, delle sopracciglia e delle ciglia, la perdita del proprio aspetto, del perdersi nel vuoto dei propri occhi ogni mattina mentre ti guardi allo specchio.
Anche Simona sta affrontando il cancro o meglio è la seconda volta: ha subito qualche anno fa un istrectomia per un cancro all’utero e ora la sua battaglia è il cancro al seno. Dopo il primo intervento la percezione del suo corpo è cambiata nei confronti del partner, nei confronti di se stessa e anche di sua figlia. Ebbene sì, una bambina che attendeva l’arrivo di un fratellino o di una sorellina che invece non sarebbe mai più arrivato. Ecco, come donna, relazionarsi in queste situazioni può divenire ancor più straziante il dolore della malattia. La calma e la serenità di Simona hanno fatto sì che potesse affrontare il tutto in modo graduale e consapevole. Ogni vita personale potrebbe includerne una familiare e poi una sociale che si intersecano tra loro e che a volte possono essere lo stimolo per non spegnere il coraggio di guardare avanti.
Nella sua storia Simona ha deciso di lasciare Limone e trasferirsi a Londra per gestire ed aprire un ristorante o meglio gestire un sogno ambizioso con il suo compagno. Sogno interrotto per difficoltà sopraggiunte e la voglia di ricominciare altrove con il trasferimento a Lanzarote. Una donna determinata, testarda. Ed è proprio in questo frangente di vita che il suo compagno decide di interrompere il rapporto e lei fa rientro in Italia, scegliendo Genova come città, così che la loro figlia potesse avere una continua frequentazione con il padre. Da qui il trasferimento in Svizzera per iniziare una nuova avventura che non decolla per tornare a Limone. E qui…… il cancro ritorna e Simona deve iniziare i controlli medici e le cure indicate. Ospedale, visite, attese, ansia e in tutto questo un viaggio bellissimo. Sì forse il viaggio più bello che avesse mai potuto immaginare: quello che ha iniziato alla scoperta di sé, del dolore, dell’accettazione della malattia che ti cambia. Sviscerare la propria energia in un momento così intenso richiede determinazione e Simona ne ha davvero tanta.
Quello che la rende speciale è la serenità che si percepisce dalle sue parole e la grinta in ogni situazione anche la più inaspettata. “Sapevo che avrei perso i capelli così insieme alla mia amica Irene, parrucchiera, abbiamo deciso di creare un percorso” racconta Simona. Chi fa chemioterapia si riconosce proprio da questo dettaglio che soprattutto per le donne non può passare inosservato. “Prima un taglio corto e super colorato per poi rasarli definitivamente senza attendere che cadessero” un passaggio obbligato per superare una fase inevitabile. Ma cosa nasce di speciale e artisticamente geniale? L’idea di utilizzare dei tatuaggio ad acqua sul capo. La parrucca sarebbe stata per Simona un accessorio che avrebbe camuffato la sua identità e poi come spiegava Irene Moi “ non tutte le donne la sopportano bene, può essere molto fastidiosa”.
Il tatuaggio come forma comunicativa e decorativa di una zona del proprio corpo che sta a dimostrare la violenza di un trattamento sanitario per sconfiggere il cancro. Semplici da eseguire e rimuovere ma così unici da rendere il capo un punto focale di attenzione nel reparto di oncologia frequentato da Simona. “Ogni disegno scelto è la rappresentazione di un momento particolare che sto affrontando e lo faccio con l’orgoglio di mostrarmi così come sono” e io aggiungerei nella sua bellezza e nella sua femminilità. Un messaggio che deve essere chiaro e preciso per il sostegno a tutte quelle donne che combattono il cancro: siate belle, sentitevi attraenti, prendetevi cura di voi sentitevi donne. Non lasciatevi togliere il sorriso ma siate fiere ed orgogliose di essere donne che tali restate anche senza l’utero o con un solo seno e quindi orgogliose della vostra battaglia.
Un tatuaggio non è mai solo un simbolo è la rappresentazione della creatività di chi lo compone, quelli di Simona sono pieni di colore, profondamente espressivi, catturano l’attenzione. Ciò migliora l’autostima e lo stato di psico-benessere personale che, producendo endorfine, liberano nell’organismo sostanze benefiche per combattere la tua malattia. Simona è riuscita a ridere dinanzi al cancro, a liberarsi di fardelli inutili per essere se stessa anche in questa fase della vita, è riuscita a non nascondersi. Mi raccontava come attraverso il potere del piacere è stata capace di dominare tutti i down psicologici come paura, depressione, insicurezza, ansia che inevitabilmente sorgono all’arrivo del cancro. Riuscendo ad equilibrare, grazie a piacere il dolore e il disagio della malattia guidando la mente. “ Ho scelto di guidare la mia vita attraverso le emozioni tutto ciò che mi provocava belle emozioni lo facevo, eliminando così dalla mia vita i rami secchi. Ho dato priorità a ciò che mi dava benessere convinta che l’Universo ci restituisce quello che noi diamo. Essendo noi energia se proviamo noi ad emanarla in modo positivo l ‘Universo lo percepisce e ce lo rimanda. È stato bellissimo. Quando mi hanno diagnosticato il cancro, non ho voluto l’appoggio di nessuno ho voluto affrontarlo da sola per sfruttare l‘opportunità di vedere quanto potevo essere forte e vivere liberamente le mie emozioni. Cosciente che, Step by Step, ad ogni cosa superata mi avrebbe dato forza, quella forza evidente di avercela fatta. Ho iniziato con delle affermazioni positive davanti allo specchio, un viaggio introspettivo. Ho lavorato sulla mia immagine: il Cancro ha provato a togliermi tutto ma io vestendo la mia testa ho ritrovata una nuova immagine, forza, grinta, attraverso la bellezza di questi tatuaggi facendo rinascere una nuova me”.
È importante partecipare a dei corsi per la scoperta del potere femminile, per imparare ad usare meglio le varie energie che abitano la donna, come la creatività e il piacere, come ha fatto Simona, presso il centro MIRYA di Isabella Bodino. Un luogo dedicato alla donna per la sua crescita personale, dove si affrontano i tabù e le false credenze in modo delicato e competente da tanti anni. Un punto di riferimento a Cuneo per menarca, gravidanza, sessualità, menopausa, perineo, nutrizione e crescita personale. E poi la musica, quella che chiude il mondo fuori e coccola il tuo mondo interiore.
Un percorso terapeutico il suo che si affianca a quello farmacologico: il benessere della mente dato dalle note di una canzone, dal piacere erotico/emozionale di scoprire il proprio corpo, sensual dance davanti allo specchio come tecnica di auto accettazione. La cura dell’aspetto estetico con il tatuaggio sulla testa, le ciglia finte ridisegnando le proprie sopracciglia per avere un aspetto in salute grazie al make-up rispetto al grigiore del viso causato dalla chemioterapia. Simona ha frequentato la scuola di estetica moderna che certamente le ha permesso di avere maggiore manualità con l’applicazione ad esempio delle ciglia e proprio questo le piacerebbe creare uno spazio per le donne che “devono perdere la loro femminilità” a causa del Cancro, con una nuova immagine. Attraverso i tatuaggi insieme ad Irene, il taglio giusto delle sopracciglia per valorizzare l’occhio, l’attaccamento delle ciglia finte e il make up più idoneo alla loro personalità e carattere, per ritrovare se stesse.
Una donna che ritrova la sua femminilità riscopre anche la sua sicurezza e la certezza di potercela fare e come dice Simona” volere è potere”.
Dunque, ci domandiamo quanto fondamentale è il supporto psicologico per una donna che gradualmente si vede privare della sua femminilità? Quanto importante è riuscire a trovare nell’arte la possibilità di decorare il proprio capo per trasformarlo in un messaggio comunicativo? Quanto importante è affrontare il percorso con serenità e pace interiore perché tutto possa ricordarti a far emergere la tua forza per lottare per la vita?
Oggi Simona è una donna che con il suo meraviglioso sorriso continua la terapia, che ha voglia di riprendere a lavorare, che desidera la sua vita più di ogni altra cosa. È una donna esempio di coraggio, di vita, di sostegno, di spirito di intraprendenza per non mollare mai dinanzi a nulla.