IL LINGUAGGIO DI OSVALDO MOI

Il volto di «Lapo», delineato con un segno incisivo, e la scultura sfera-personaggio “uomo in palla”, esprimono i momenti del discorso e del linguaggio di Osvaldo Moi che, dopo aver partecipato al Padiglione Italia della 54° Biennale di Venezia alla «Castiglia» di Saluzzo, è approdato alla Sala Nervi di Torino Esposizioni, invitato da Vittorio Sgarbi, per l’ampia e poliedrica chiusura della Biennale 2011.
Il linguaggio di Moi si snoda tra ironia e intensità della forma, tra sintesi figurale e tensione emotiva e concettuale, in una continua ed inesausta ricerca di una propria e indiscutibile dimensione espressiva.
Pittura e scultura rappresentano gli aspetti di un dialogo che non perde mai di vista la realtà, la società contemporanea, il valore dell’uomo e il rapporto con l’ambiente, la materia, l’atmosfera.
Vi è nell’esperienza di Moi una vitale e vibrante interpretazione del proprio tempo, secondo i ritmi di una «scrittura» per immagini e sensazioni che gli appartiene da sempre, mentre si avverte il senso di una visione d’insieme limpidamente definita nello spazio.

Angelo Mistrangelo
Giornalista e Critico d’arte, La STAMPA Torino
Dicembre 2011

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